no.

non vivo.
soprav-vivo.
ed è la cosa più brutta da dire.

audio, -is, audivi, auditum, -ire

è un po' incasinato, il periodo.
giovanni lindo ferretti mi fa compagnia.

dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri 
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane 
fare come un eremita 
che rinuncia a sé. 

rus, ruris

la mia campagna.
il mio prato.
voglio farli conoscere.
da vivere.
non in solitudine.

mĕus, -a, -um

"Ci si innamora così, cercando nella persona amata il punto a nessuno rilevato, che è dato in dono solo a chi scruta, ascolta con amore. Ci si innamora da vicino, ma non troppo, ci si innamora da un angolo acuto un poco in disparte in una stanza, presso una tavolata, seduto su un gradino mentre gli altri ballano".

Erri De Luca

ci si innamora ovunque e di chiunque.
se solo ne fossi ancora in grado.

gravātus, -a, -um

e quando ti senti il viso pesante di tutto.
della tua amata città e della giornata.
dei tram e delle risate.
e dei "fiuuuuu".
e delle mancanze, tante mancanze.
da colmare presto però.

amore, -oris

l'amore è la più egoista delle passioni.

Alexandre Dumas (padre).
sto amando i suoi tre moschettieri, tra parentesi.

commercium, -ii

sono giunta alla conclusione.
non riuscirò mai ad essere egoista con i sentimenti.
ragion per cui, non sono fatta per i rapporti interpersonali con l'altro sesso.

otium, -i

finalmente in vacanza.
mentalmente.
fisicamente non ancora.
ma me lo merito. sono stanca.
devo ricaricarmi.

(e sono contenta, anche. di riporre fiducia nelle persone giuste).

historĭa, -ae

"Racconta la tua storia, ancora e poi ancora.

Raccontami la tua triste storia del cazzo per tutta la notte.

Quando capisci che quello che racconti è solo una storia. Che non sta più succedendo. 

Quando realizzi che la storia che stai raccontando sono solo parole, quando puoi sbriciolarla e gettare il tuo passato nel secchio dell'immondizia, allora riusciremo a capire chi sarai."

Pòlanic mi ha rubato le parole dalla testa.
Passato da gettare nell'immondizia. Subito. Di corsa.

flos, -oris

è che odio i cellulari che si scaricano troppo velocemente.
è che odio più me stessa, che dimentico di caricarli la sera prima.
è che vivo di Amado e dei tram e delle atmosfere soffuse parigine.
è che mi si prende per una figlia dei fiori e io sorrido.
perchè è tanto vero.

argumentum, -i v.2

stamattina ero sul tram, quello che adoro.
e notavo una cosa.
notavo che l'unica persona che canalizzava la mia attenzione era un Jack Nicholson un po' attempato, ma sempre dotato di un grande fascino.

starò mica diventando un'adoratrice di dilf?

argumentum, -i

stamattina ero sul tram, quello che adoro.
e notavo una cosa.
le donne che prendono il tram guardano tutte gli uomini che passeggiano sul marciapiede; non se ne lasciano sfuggire nemmeno uno.
dai.
io non sono così.
non sono come loro.

io guardo tutti gli uomini che sono sul tram.

somnium, -ii

e stavolta, dopo lui, tocca a me.
sognavo di essere incinta.
di avere un uomo di fianco non ben definito.
sognavo che quell'uomo mi diceva "ti accarezzerò la pancia tutte le volte che vuoi, ma non verrò a letto con te mai più. non mi piaci".
ora.
esistono davvero uomini così o, fortunatamente, era solo un sogno?

color, -oris

e chiedimi, di che colore sono quest'oggi.
nessuna domanda del genere.
mai più.
purtroppo.

defatigatio, -onis

sono STANCA.
novità, proprio. ed è solo metà settimana.
la signora Oshima deve riprendersi.
urgono aiuti.

imber, imbris

di quei temporali che senti già estivi.
di quelli che profumano di acqua sull'asfalto e che ti regalano gli arcobaleni sulle pozzanghere.
che ti fanno bagnare i piedi perchè tu hai già indossato le calze e le scarpe leggere.
e son questi, che ti fanno tornare il sorriso.

insaluber, -bris, -bre

adesso aspetta.
che indosso la nuova faccia.
quella che se mi rivolti contro parole dolci, quelle rimbalzano.
e te le rispedisco dietro malsane.

flos, -oris

di quelli che strappi i petali per fare un gioco antico.
una, bella, solo per me, oggi.

ventus, -i

e il vento che fischia e che soffia, farà arrivare ugualmente la primavera?

liber, libri

sono nata come bibliotecaria.
e ho trovato un giochino carino. io sono un po' custode dei libri no?
ecco il punto numero 1.
il mio libro preferito.
visto che non mi piacciono nemmeno le cose comuni, ne cito tre.
kafka sulla spiaggia (haruki murakami). chi lo ha letto, conosce il mio nome.
che tu sia per me il coltello (david grossman). per l'amore. fatto con le parole. e perchè lì c'è yair.
orgoglio e pregiudizio (jane austen). comico all'inverosimile. mrs bennet è la mia compagna di ogni estate.
ma i libri cambiano. a seconda del momento.
e cambio anche io.
leggerò in alta voce.
per me.
non lo fa mai nessuno.

quaestio, -onis

quesito.
è meglio aver scritto in fronte: madre teresa o maria maddalena?
pura curiosità.

gaudeo, -es, gavisus sum, -ere

toglievo la maschera della giornata.
la struccavo via delicatamente.
e scendeva una lacrima.
di felicità.
salato in bocca.
sempre meglio che l'amaro!

calamitas, -atis

e non dormo.
e a quest'ora sarei dovuto essere nella mia city.
e ho una caviglia imputtanita.
e certo che certa gente, la macumba la sa fare proprio bene eh.
ma io occhio malocchio prezzemolo e finocchio e vinco.
spero.

morbus, -i

notte fonda. e tu gironzoli per casa.
non propriamente perchè ami il buio.
avresti anche un sonno cane. da recuperare. pure.
e invece, leggi.
tenti di acchiappare un po' d'aria.
e non ce la fai.
quando il raffreddore ci si mette, è un gran bastardo.

pulchritudo, -inis

ti svegli. già capisci che ti senti bene.
fai tutti gli atti di preparazione che ci vogliono quotidianamente.
ti specchi.
ti si formano le due rughe al lato della bocca.
prendi il rossetto rosso.
quello che ti fa sentire ancora più bella.
lo indossi.
la giornata è perfetta.
perfettamente incominciata.

proditio, -onis

tradire.
dal dizionario etimologico.
"oggi ha sempre triste significato e vale mancar di fede altrui, usar frode contro a colui che si fida, prendendo forse motivo dall'atto nefando di chi consegna al nemico la bandiera, la fortezza e in generale una persona o cosa, che ha giurato o ha il naturale dovere di difendere."
dovere.
di.
difendere.
sentirsi una fortezza razziata non lo auguro a nessuno.
a volte tornano.
questo genere di ricordi.
soprattutto quando si scoprono le cose a distanza.
fanculo.

sol, solis

quando ero piccola/o mi divertivo ad osservare il sole attraverso le particelle di polvere baciate da esso, che svolazzavano nella stanza.
poi sono cresciuta/o.
lo faccio ancora.
ovviamente.

nix, nivis et carbo, -onis

il bianco freddo. glaciale. che se lo prendi in mano però si scioglie.
che se ci corri sopra a piedi nudi, ti fortifica.
come sui carboni ardenti.
e apri la bocca e chiudi gli occhi.
e sollevi il volto.
e sorridi.
a bocca aperta. sì.
e bevi di quel candore. e lo sai che devi farlo. che ti da' carica. perchè non sai quanto durerà.
e bevi ancora.
e sorridi.

sermo, -onis

e quando arrivi, e parli, e ti senti chiudere in faccia conversazioni con un vaffanculo, con affetto, che capisci quanto certi soggetti non valgano nulla.
valore. cos'è.
l'essere suscettibile di valutazione economica.
no.
in questo caso suscettibile proprio di pena. solamente di pena.
e ancora una volta, signori e signore, un'altra credenza cade nel pozzo senza fondo.

natales, -ium

mi hanno detto "e ma senza di te quel posto non è più nulla"
"e ma senza di te come faccio a stare qui?"
"e ma senza di te non vale più la pena continuare a scrivere".
e-ma. che è? la femmina em-o?
e poi.
quel posto l'ho eliminato perchè mi sono eliminata prima io.
ho terminato la mia vita lì.
sono morta.
e rinata, ora.
come la fenice.
dalle sue ceneri e dai suoi errori.
è il progresso. vediamo come va' avanti.

bene habet

esse-e-enne-ti-i-erre-esse-i bi-e-enne-e.

nota, -ae

ho scritto una poesia un giorno.
senza accorgermene.
me l'hanno fatto notare "altri".
devo stamparla e leggerla in alta voce, dicono.
scritta nera su foglio bianco, intonso, sei righe.
di abbandono soprattutto.
e di ricordi crepati sulla pelle.
mi piace avere "segni addosso".
fa vivere meglio.

principium, -i

scorre tutto.
un nuovo inizio.
è ricominciare. è seguire un cambiamento di se stessi.
non pensare a quanto dura, incominciare, solamente quello.
la bibliotecaria strana, che tira fuori le unghie (sapientamente smaltate) e si accuccia pronta a tutto.
sono qui.